Tommaso d'Amalfi è una commedia musicale in due atti e venti quadri di Eduardo de Filippo, inserita dall'autore nella raccolta Cantata dei giorni dispari.

Trama
A Napoli, nel 1647, il giovane pescivendolo Tommaso D'Amalfi, detto Masaniello, guida la rivolta contro i "gabellieri", per protestare contro le ingenti tasse imposte al popolo. La rivoluzione dilaga e il Viceré è costretto a fare alcune concessioni. Dietro il consiglio maligno del cardinale, il Viceré fa convocare Masaniello a corte, imponendogli però di vestirsi come un aristocratico. Il giovane cade nel tranello, mentre il popolo comincia a sospettare della lealtà del giovane capopopolo. Il Viceré, facendo leva sulla diffidenza dei rivoltosi, fa spargere la voce che Masaniello è impazzito e la gente ne chiede a gran voce la carcerazione. Ma gli sbirri del Viceré finiscono per ucciderlo. Soltanto ai funerali, il popolo comprenderà di aver subito ancora una volta i subdoli giochi degli oppressori.